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Le medaglie che seguono provengono da varie collezioni
private |
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Medaglia 1735 in ARGENTO Ø 45,5
mm. coniata a Palermo per l’incoronazione di Carlo e unzione
nel Duomo di Palermo (opus: Livio Vittorio Scheper).
Al dr./ CAROLO D.G.VTR.SIC. ET
HIER.REGI HISP.INF. Busto del Re laureato e corazzato a destra;
all'esergo, S.P.Q.P. Rv. SVPPLEX PATEFECIT AVLAM (Il popolo
supplichevole aprì la reggia).
Al rov./ Il Re stante a sinistra,
riceve la Reale corona da un vecchio genuflesso (il Genio di
Palermo)ai suoi piedi, un serpente e, sullo sfondo, un edificio
e delle nuvole in cielo. All'esergo, L.V.SCHEPERS ƒICDCCXXXV. (Ricciardi
2. - D’Auria 1).
Immagine proveniente dal Catalogo
Asta NAC n. 47, Milano, 3 giugno 2008. |
Link all'articolo "Carlo di Borbone: i ritratti
del nuovo Re di Sicilia" |
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Medaglia 1735 in BRONZO Ø 48,6 mm.
coniata a Palermo per l’incoronazione di Carlo e il ritorno
dei Regni di Napoli e di Sicilia all’autonomia dinastica (opus:
Livio Vittorio Scheper).
Al dr./ CAROLVS.D.G.VTRI.
SIC.ET.HIER.REX.HISP.INF. Busto del Re laureato e corazzato a
destra; nel taglio del braccio, L.V. SCH. Rv.
PERACTIS.IMPERIIS.DECVS (Condotti a termine gli impegni militari
chiese la dignità desiderata).
Al rov./ Corona reale su ramo
d’olivo e spada decussati; all'esergo, MDCCXXXV. (Ricciardi 1. -
D’Auria 2). La leggenda del rovescio di questa medaglia e delle
precedenti si riferisce ad un passo di Orazio, e precisamente al
Carmina Liber IV: “…nam tibi quodie portus alexandrea supplex et
vacuam patefecit aulam fortuna lustro prospera tertio belli
secundos reddidit exitus laudemque et optatum peractis imperiis
decus arrogavit”. |
Link all'articolo "Carlo di Borbone: i ritratti
del nuovo Re di Sicilia" |
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Immagine di Salvatore D'Auria, riproduzione
vietata, clicca per ingrandire |
Medaglia argento 1735. Diametro 45
mm. Per l'incoronazione di Carlo e la maestà dell'impero
estesa.
Al dr./ CAROLVS D. G. VTRI. SIC.
ET. HIER. REX. HISP. INF. Busto del Re, a destra, con parrucca e
corona di fronde di alloro, indossa il manto e la corazza.
Al rov./ PORRECTA MAIESTAS. Il Re
stante in piedi con corazza e manto, indica il luogo dove nasce
il sole. Dietro: mappa della Sicilia e parte della Calabria.
All'esergo: CICDCCXXXV (Ricciardi, manca. D'Auria 3)
Unica
“PORRECTA MAIESTAS”: sono motti a
tema suggeriti dai dotti dell’epoca. Si tratta, come
sopraccennato, di frasi estrapolate da alcuni passi di Orazio.
Qui di seguito il primo, da CARMINA LIBER IV:
NAM TIBI QUODIE PORTUS ALEXANDREA
SUPPLEX ET VACUAM PATEFECIT AULAM FORTUNA LUSTRO PROSPERA TERTIO
BELLI SECUNDOS REDDIDIT EXITUS LAUDEM QUE ET OPTATUM PERACTIS
IMPERIIS DECUS ARROGAVIT . ...PER QUOS LATINUM NOMEN ET ITALAE
CREVERE VIRES FAMAQUE ET IMPERII PORRECTA MAIESTAS AD ORTUS
SOLIS AB HESPERIO CUBILI.
Fonte: D’Auria, Il Medagliere.
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Medaglia 1772 in BRONZO Ø 53,7 mm.
coniata a Palermo per la costruzione dell’Albergo dei Poveri
in Palermo (opus: Pietro Balzar).
Al dr./
CAROLVS.HISPAN.ET.FERDINANDVS.SICILIAE.REGES Busti affiancati a
destra di Carlo III e di Ferdinando IV; sotto, PETRVS BALZAR
ROMANVS.
Al rov./ VT.ERVAT.A.MORTE.
ANIMAS.EOR.ET.ALAT.EOS.IN.FAME Prospetto dell'edificio e del
piazzale; all'esergo, IN.NOVVM.REGIA.LARGITATE /
DIVERSORIVM.PANORMI / EXSTRVCTVM.PAVPERES / INDVCTI.ANNO /
MDCCLXXII. (Ricciardi 34. - D’Auria 34). |
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Medaglia 1779 in BRONZO Ø 43 mm.
coniata a Palermo per la fondazione della Reale Accademia
degli studi di Palermo (opus: Tommaso Mercandetti).
Al dr./ FERDINANDVS IV ET MAR
CAROLINA Busti affiancati a destra di Ferdinando IV e di Maria
Carolina; sotto, T.MERCANDET.F. Rv. DEO PATRIÆ AC BONIS ARTIBUS
(Al Dio della patria e alle buone arti).
Al rov./ Minerva seduta, armata di
lancia e scudo, fra bandiere, disegni di fortezze e strumenti di
misurazioni; a sinistra sfera armillare con la rappresentazione
dell’Italia e ramo d'olivo sopra un piedistallo, a terra simboli
diversi. Sullo scudo di Minerva, COLLEGI / FERDINAN / MVNVS
(Dono del collegio Ferdinandeo) e, all’esergo, T.MERCANDETTI
FECE / A 1779. (Ricciardi 36. - D’Auria 38). |
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Medaglia 1786 in ARGENTO Ø 52,5
mm. coniata a Palermo per l’istituzione dei premi
nell’Università di Palermo (opus: ?).
Al dr,/ FERDINANDVS.D.G.SICIL.ET
HIER.REX Busto corazzato del Re a destra.
Al rov./ Rami di palma annodati
entro cui IN.PANORMITANA / STVDIORVM.ACADEMIA /AVDITORIBVS.REGIA
/ LARGITATE.PRAEMIA /CONSTITVTA / ANNO.MDCCLXXXVI. (Premi agli
uditori nella Reale Accademia degli studi di Palermo per regia
munificenza). (Ricciardi 40. - D’Auria 45). |
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Medaglia 1792 in BRONZO Ø 67 mm.
coniata a Napoli per la fondazione della Scuola di disegno in
Palermo (opus: Nicola Morghen).
Al dr./ FERDINANDVS IV.DEI
GR.VTRIVSQ.SIC.ET HIER.REX Busto corazzato del Re a sinistra;
nel taglio del braccio, N.MOR. e in quello del busto, 1790.
Al rov./ SEMPER HONOS NOMENQ.TVVM
LAVDESQ.MANEBVNT (Sempre rimarranno il tuo nome e le tue lodi).
La Pittura seduta a sinistra, la Scultura al centro poggiata ad
un cippo sul quale è il busto di Giove, e a destra
l'Architettura in ginocchio traccia un cerchio col compasso.
All'esergo in un cartiglio, NIC.MORGHEN / 1792. (Ricciardi 47. -
D’Auria 52). La leggenda del rovescio di questa medaglia è
tratta da un passo dell’Egloga Quinta di Virgilio “...Dum iuga
montis aper, fluvios dum piscis amabit dumque thymo pascentur
apes, dum rore cicadae, semper honos nomenque tuum laudesque
manebunt. Ut Baccho Cererique, tibi sic vota quotannis Agricolae
facient: damnabis tu quoque votis”. Il conio del dritto è datato
1790, mentre quello del rovescio reca la data del 1792. La
medaglia è firmata dal Morghen sia al dritto sia al rovescio. |
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Medaglia 1815 in BRONZO Ø 44,4 mm.
coniata a Palermo in omaggio a Giovanni Meli (opus: Franz
Stuckaert).
Al dr./ IOANNES MELI Testa
laureata del poeta a sinistra; sotto, STUCKAERT.
Al rov./ ANACREONTI / SICULO
Riproduzione del tetradramma di Siracusa di Euclide; sotto,
LEOPOLDUS / FER.IV.FIL e in basso, nel giro, STUCKAERT. (Ricciardi
109. - D’Auria 116). |
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Medaglia 1820 in argento
dorato, con appiccagnolo, Ø 36 mm. coniata a Palermo per la
rivoluzione del 1820 (opus:?).
Al dr./ Figura muliebre
coronata da una corona di rose (Santa Rosalia ) stante di
fronte, tiene un crocefisso nella mano destra e una bandiera
al vento nella sinistra e volge lo sguardo a un’aquila
coronata (allegoria di Palermo) ad ali spiegate.
Al rov./ IL 17.LUGLIO / 1820./
MEMORABILE / PER / LA VITTORIA. (Ricciardi - . Von Heyden
326, 327. Brambilla 131. D’Auria 137). |
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Medaglia 1823 in ARGENTO Ø 33 mm.
coniata a Palermo per merito nelle Scienze e nella Istruzione
in Sicilia (opus: fratelli Costanza).
Al dr./ FERD.I.D.G.REGNI
SICILIARVM ET HIER.REX. Busto coronato e corazzato del Re a
sinistra; sotto, FF.Costanza Inc.
Al rov./ LITERARVM.MORVMQ.BONO. La
Trinacria con spighe di grano; all'esergo, SVPREMI.CVRATORES. /
MDCCCXXIII. (Ricciardi 127.- D’Auria 140). |
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Medaglia 1825 in BRONZO Ø 57,4 mm.
coniata a Palermo per il Concilio provinciale palermitano
(opus: fratelli Costanza).
Al dr./ FRANCISCVS I. REX ET
ELISABETH REGINA PP.FF.AA. Busti affiancati a destra del Re e
della Regina. In basso, FF.COSTANZA F.
Al rov./ SICILIENSIVM AMOR
(L'amore dei siciliani) I Sovrani stanti sul pronao d'un tempio,
ricevono l’omaggio dalle figure allegoriche di Palermo e della
Sicilia; ai loro piedi rispettivamente, uno scudo con aquila,
serpente e cane, e un altro con la trinacria. All'esergo,
CONC.PROV.PANOR. / A.S.MDCCCXXV. (Ricciardi 134. - D’Auria 149). |
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Medaglia 1841 in ORO Ø 40 mm.
coniata a Palermo per premiazione dell’esposizione di Belle
Arti in Sicilia (opus: Giuseppe Barone).
Al dr./ FERDINANDO II.DELLE BELLE
ARTI IN SICILIA PROTETTORE * Testa del Re a sinistra; in basso,
G.BARONE F.
Al rov./ PREMIO DI PITTURA AD
ANDREA D'ANTONI DA PALERMO 1841 (in incuso) Busto galeato di
Minerva a sinistra su cippo rettangolare, ai cui piedi, simboli
delle varie arti. (Ricciardi -. - D’Auria 198).
Unico esemplare esistente sul
mercato.
Il dritto di questa bellissima
medaglia reca un ritratto di eccezionale fattura. Il volto del
Sovrano è rappresentato in maniera assolutamente unica rispetto
alla tipologia abituale, in particolare la barba e i capelli
presentano una finezza di esecuzione propria di un grandissimo
artista. Andrea D’Antoni nacque a Palermo il 1 Dicembre 1811 da
Giovanni e Angela Prinzivalli, in una famiglia agiata che lo
indirizzò agli studi presso i Gesuiti. Successivamente, grazie
all’intervento di un fratello sacerdote, proseguì gli studi con
un precettore, Benedetto Passarello, con il quale strinse
rapporti d’amicizia. Entrato a 16 anni nello studio del pittore
Giuseppe Patania, il D’Antoni, convinto che lo studio del
disegno da solo non fosse sufficente, iniziò a frequentare i
corsi di anatomia tenuti dal prof. Gorgone all’Università di
Palermo e studiando contemporaneamente disegno presso
l’accademia del nudo (C. Pardi, 1869, pag. 125). A questo primo
periodo i biografi assegnano il “Timoleonte” per il quale trasse
ispirazione da Plutarco e da Alfieri e gli “Amori di Saffo”. Nel
1832, grazie al sostegno economico del fratello prete e di uno
zio vescovo a Napoli, si recò a Roma, tappa d’obbligo per tutti
gli artisti dell’epoca. Nel corso del suo soggiorno nella
capitale, D’Antoni ebbe modo di dedicarsi allo studio di
Michelangelo, di Raffaello e di Canova. Così nacquero dipinti
quali il “Sordello” e gli “Spiriti Magni”, opera quest’ultima
alla quale lavorò per diversi anni e che fu esposta a Palermo
dopo il suo rientro riscuotendo le lodi e l’ammirazione di
tutti. Nel 1837 a seguito della morte dello zio si recò a Napoli
per sistemare delle questioni ereditarie e dopo un breve
soggiorno nella città natia, ritornò nuovamente a Roma.
Rientrato definitivamente a Palermo nel 1840 iniziò a
frequentare il salotto del marchese Corradino D’Albergo dove
erano soliti riunirsi artisti e intellettuali dell’epoca per
discutere di poesia, di arte, di letteratura e di politica. In
quest’ambiente carico di fermenti innovatori e di stimoli
culturali D’Antoni elaborò i soggetti dei suoi dipinti.
Immagine proveniente dal Catalogo
Asta NAC n. 47, Milano, 3 giugno 2008. |
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Medaglia s.d. 1847 in ARGENTO Ø 47
mm. coniata a Palermo per premio (opus: f.lli Costanza).
Al dr./ FERDINANDO II . DELLA
SICILIANA PROSPERITA’ RESTITUTORE Testa del Re a sinistra;
sotto, FF.COSTANZA F.
Al rov./ Ghirlanda di fronde di
quercia entro cui AL SIGn/NATALE ALIOT_/TA DA PAL.°. Sotto,
1847. (Ricciardi 231 - D’Auria 277/12). |
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Medaglia 1847 in BRONZO Ø 31,2 mm.
coniata a Napoli per la repressione della rivolta di Messina
(opus:?).
Al dr./ Rami di quercia e di
alloro annodati; nel campo, FEDELTA’ sormontato da giglio
Borbonico. Al rov./ MESSINA / 1° / SETTEMBRE / 1847 (Ricciardi
184. - D’Auria 213). Con appiccagnolo e nastro originale. |
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Medaglia 1848 in BRONZO Ø 35 mm.
per l’assedio della cittadella di Messina (opus:?).
Al dr./ Corona di alloro
racchiudente la pianta della fortezza di Messina; fra i bastioni
cinque granate fiammeggianti e al centro, giglio Borbonico.
Al rov./ Corona di alloro entro
cui ASSEDIO / DELLA / CITTADELLA /DI / MESSINA / 1848 (Ricciardi
185. - D’Auria 214 bis). Con appiccagnolo. |
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Medaglia 1848 in BRONZO Ø 53,2 mm.
coniata a Palermo per omaggio a Ruggiero Settimo durante
la rivoluzione siciliana.
Al dr./ RUGGIERO SETTIMO PRES .
DEL COMITATO GEN.DI SICILIA Testa del Presidente a sinistra;
sotto, G.BARONE F. e all'esergo, 1848.
Al rov./ INDIPENDENZA / E /
LIBERTA’ entro giro di rami di quercia annodati e, in basso,
BARONE DEDICA. (Ricciardi 188. - D’Auria 215). |
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Ruggero Settimo. Dipinto olio su tela. Palermo, Museo del Risorgimento. |
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Medaglia 1849 in bronzo, nastrino
originale, mm. 40x27. Per la Campagna di Sicilia del 1849.
(Opus: Luigi Arnaud)
Al dr./ Testa del re a destra in
corona d'alloro sormontata dal giglio borbonico e caricata su
due bandiere decussate. Nel taglio del busto: L.A. (Luigi Arnaud)
Al rov./ CAMPAGNA / DI / SICILIA /
1849 entro corona d'alloro sormontata da giglio borbonico e
caricata su due bandiere decussate. (rif. Ricciardi distintivi
d'onore 16. D'Auria 226) |
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Medaglia 1859 in ARGENTO Ø 64,8
mm. coniata a Palermo dedicata a Ferdinando II di Borbone
magnanimo protettore delle arti (opus: Giuseppe Barone).
Al dr./ FERDINANDO II.RE DEL REGNO
DELLE DUE SICILIE Busto anziano del Re a destra; in basso,
G.BARONE.F.ED OFFRE.
Al rov./ MAGNANIMO PROTEGGITORE
DELLE ARTI Rami di quercia ed alloro annodati entro cui tre
gigli borbonici; sotto, nel giro, MDCCCLIX. (Ricciardi 218. - D’Auria
253). |
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Epigrafe biografica di Ferdinando II. Palermo,
Museo del Risorgimento. Clicca sull'immagine per ingrandire. |
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